venerdì 29 luglio 2016

Il mistero (risolto) del Lago Rosa


Sulla più grande Isola della Western Australia si trova un lago di dimensioni medio-grandi che presenta caratteristiche uniche nel suo genere; si tratta di un brillante lago rosa chiamato Lago Hillier che per anni ha incantato i turisti e gli scienziati di tutto il mondo.
Il Lago Hillier è situato sull'isola di Middle Island: è il più grande di tutto l'arcipelago Recherche e si trova al largo della costa di Esperance.


Se visto dall'alto, sembra una grande gomma da masticare rosa. Il lago è lungo ben 600 metri ed è circondato da sabbia e da una fitta vegetazione, composta da melaleuca e alberi di eucalipto. Una sottile striscia di sabbia ricoperta di vegetazione separa il lago rosa dalle acque color blu intenso dell'Oceano Meridionale.
Da tempo gli esperti stanno cercando capire da cosa sia dovuta la colorazione rosa di questo lago e finalmente sembra che il mistero sia stato definitivamente risolto.
In una nuova indagine i ricercatori hanno confermato, infatti, la presenza di alcuni, numerosi microbi estremofili che contribuiscono al colore insolito di questo lago.

Lake Natron, Rift Valley, Tanzania
In un recente video viene infatti descritto come questi organismi possano prosperare con facilità anche in ambienti estremi, come ad esempio nei laghi ad altissima salinità come appunto il Lago Hillier.
Il Lago Rosa venne scoperto per la prima volta nel 2013 e da quel momento in poi ha sempre rappresentato un’area di estremo interesse per tutti gli scienziati del mondo.

Lake Hillier - Australia
Per svelare il mistero circa la colorazione del lago, gli esperti hanno raccolto campioni di acqua ed alghe presenti nel lago per studiare i batteri che vivono al suo interno; hanno poi condotto un’analisi metagemonica, un procedimento che consiste nell’estrarre il DNA per identificare la specie utilizzando informazioni genetiche.
Tra i tanti microbi presenti nel lago Hiller, i ricercatori hanno individuato su tutti il Dunaliella Salina, organismi presenti nelle alghe e responsbili, a detta degli scienziati, della colorazione rosa dell’acqua del lago.

Queste alghe si possono trovare anche in un altro lago rosa, il Lago Retba, in Senegal.
La Dunaliella Salina produce composti di pigmento chiamato ‘carotenoidi’, che aiuta l’alga ad assorbire la luce solare; proprio questo composto permette all’alga si assumere una colorazione rosso-rosa. Insomma, finalmente dopo anni, anche il mistero del lago rosa è stato svelato con successo.

Il lago rosa di Middle Island risale ai diari dell'esploratore Matthew Flinders scritti nel 1802. Flinders era salito sulla cima più alta dell'isola, adesso nota come "Flinders Peak", per ammirare le acque circostanti Middle Island quando si imbatté in questo meraviglioso lago.


Middle Island e il lago rosa si trovano immersi nella natura incontaminata e, per questo, l'unico modo per ammirare il lago è osservarlo dall'alto. Si possono esplorare le isole e la ricca fauna selvatica dell'arcipelago Recherche anche approfittando di una delle crociere in partenza da Esperance.

Il Pink Lake, situato a sette chilometri dalla città di Esperance, è un altro lago rosa immerso in uno dei paesaggi costieri più incantevoli di tutta l'Australia.


Nelle giuste condizioni meteorologiche, il lago assume una tenue sfumatura di rosa dovuta all'alta concentrazione di alghe nell'acqua. Un ottimo modo per apprezzare appieno la bellezza del lago è raggiungere a piedi il belvedere del Pink Lake.


Il lago è stato identificato da BirdLife International come Important Bird Area (IBA) perché offre sostentamento a un numero significativo di uccelli endemici e migratori.


Il Pink Gypsum Rose è una varietà di Selenite che si trova solamente in un posto al mondo, Pink Lake of Victoria - Australia.

mercoledì 27 luglio 2016

La libreria senza nome


La libreria senza nome, si trova nel cuore del quartiere di Abesses, ai piedi della collina che sovrasta Montmartre.


Nessuna insegna, nessun logo sta ad indicare che all'interno del minuscolo locale quadrato, a poche decine di metri dalla fermata del metro Abesses, ci sta una delle librerie più interessanti di Parigi.
Due vetrine polverose, grandi poco più di una finestra, una porta a vetri che striscia faticosamente sulla moquette quando si cerca di entrare, il frontone bianco che avrebbe bisogno di una buona mano di vernice.


La libreria senza nome è però conosciuta come la libreria di Patricià, con l'accento sulla a finale. Patricià è piccola, affascinante e innamorata dei suoi libri. Libri che non si trovano né nelle bancarelle dei bouquinistes, lungo i quai della Senna, né nelle grandi librerie di Saint Michel o di Saint Germain. Patricià non vende né i libri usati,anche se, dal di fuori, la sua libreria potrebbe assomigliare a una delle tante rivendite di libri d'occasione che a Parigi si incontrano ad ogni angolo di strada, né i libri nuovi appena usciti. I libri che vende Patricià sono sì libri nuovi, ma sono libri pubblicati da piccole case editrici indipendenti, da editori di un solo manuale, da sconosciute tipografie di provincia.



La scelta è straordinaria. Le opere minori di grandi autori ben noti o le opere maggiori di autori di nicchia: romanzieri afgani, saggisti islandesi, musicologi indiani, cantastorie palestinesi. La quantità di libri presenti nella libreria senza nome sfida le leggi della fisica. Pile di libri ovunque, dal pavimento al soffitto, scaffali sui quali sono esposti volumi in doppia e tripla fila, libri sotto la scrivania e libri accatastati nelle due vetrine che meriterebbero un colpo di straccio, anche se, a ben guardare, la polvere che si deposita sui vetri fa parte del decoro.


I bibliofili, a Parigi, sanno che quando sono alla ricerca del volume introvabile, il primo luogo in cui cercare è proprio la libreria di Patricià. Che nello spazio esiguo lasciato libero dalle migliaia di volumi che riempiono il negozio, riesce a riunire poeti e romanzieri, traduttori e giornalisti alla ricerca della chicca, del tomo segreto, della poesia perduta.


Non ci si può muovere nella libreria di Patricià. Lo spazio, semplicemente non c'è. Ma tutti lo sanno e si limitano a chiedere. A quel punto chiunque può assistere al miracolo della mente umana. Patricià, che è distante dal mondo dell'informatica come lo può essere un beduino dello Yemen, funziona, senza saperlo, come il più perfetto dei computer. Se il titolo richiesto è presente nel locale lei non esita. Si avvia direttamente verso questa o quell'altra pila, insinua una mano a metà colonna ed estrae con decisione l'oggetto del desiderio. Nelle giornate primaverili, quando il raro sole parigino illumina il marciapiede, clienti e habitué chiacchierano di fronte alla porta, coinvolgendo gli abitanti del quartiere che si soffermano puntualmente a salutare la libraia.
Quello della libreria senza nome è un mondo dimenticato, che ricorda la vecchia Parigi del quartiere latino, totalmente estraneo all'informatica e alla logica dei grandi monopoli del libro.


Shakespeare and Company è una storica libreria situata nel V arrondissement di Parigi, sulla Rive gauche. Fondata nel 1919 da Sylvia Beach, negli anni venti divenne luogo di incontro per scrittori come Ezra Pound, Ernest Hemingway, James Joyce e Ford Madox Ford.

giovedì 21 luglio 2016

Il Talismano di Carlo Magno

Carlo Magno
Il Talismano di Carlo Magno (742 - 814) è un luminoso pendente, databile al IX secolo, in filigrana d’oro con al centro, nella parte anteriore, uno zaffiro ovale tagliato a cabochon dal quale si vede, in trasparenza, una reliquia. 
Intorno, inserite nell'oro, lavorato a filigrana e granulazione, su tutte e due le facce, ben cinquantatré pietre preziose montate in funzione della loro forma e del loro colore, tra cui si riconoscono perle, granati, ametiste e smeraldi.


Sul verso si ripete lo stesso tipo di decorazione, ma lo zaffiro originale è sostituito da un vetro più scuro. 

Carlo Magno era un grande collezionista di reliquie e ne era molto appassionato fin da bambino. Da adulto portava una collana con pendenti di cristallo contenenti pezzi della Vera Croce ed il suo famoso ‘talismano’ costituito da due zaffiri che racchiudono pezzi della Vera Croce e una ciocca di capelli della Madonna.
Attualmente questo gioiello è custodito nel tesoro della Cattedrale di Reims.

Cattedrale di Reims - Francia
 Ma non fu solo una semplice devozione. Quando il suo regno cominciò a ingrandirsi aumentando così anche il suo potere, utilizzò la religione, ed in particolare le reliquie, come elemento di unificazione del suo regno sotto un unico credo, approfittando anche della sua alleanza con la Santa Sede che lo portò prima a conquistare il regno Longobardo, e proclamarsi “Gratia Dei Rex Francorum et Longobardorum” nel 774, e poi Imperatore del Sacro Romano Impero nell’anno 800, essendo coronato dallo stesso papa Leone III.
La sua politica era quella di contrastare il potere ed il prestigio di Bisanzio presentandosi come legittimo successore degli imperatori di Occidente. Al culto delle immagini propugnato da Bisanzio rispondeva con quello delle reliquie, che costituivano non l’immagine del santo ma il santo in sé.
Quando Carlo Magno morì, fu sepolto in un sarcofago romano del II secolo d.C. (il famoso sarcofago di Persefone) che fu depositato sotto il pavimento della Cattedrale di Aquisgrana.

Cattedrale di Aquisgrana
Nell’anno 1000 (anno apocalittico) la sua fama non si era ancora spenta. L’imperatore Ottone III decise così di promuovere il suo culto e per fare questo riesumò il suo corpo facendo rompere il pavimento della cappella fino a che non trovarono il sarcofago. Ce lo racconta, pochi anni dopo (verso il 1012-18), lo scrittore Thietmar di Merseburg: all’apertura del sarcofago, trovarono il corpo dell’imperatore (che fra l’altro era alto quasi due metri) seduto a schiena eretta, come se stesse ancora regnando. Ottone si prese la croce che Carlo Magno aveva al collo ed il suo famoso talismano, oltre a parti di ciò che restava degli abiti. Il resto fu riposto nella tomba.


Cappella Palatina
Dopo il recupero da parte di Ottone III, per secoli del talismano si perdono tracce: probabilmente rimane custodito, tra le oreficerie e i vasi sacri del tesoro della Cattedrale, mentre il suo ricordo sfuma nell'alone indistinto della leggenda.

Cattedrale di Aquisgrana
Ottobre del 1804, Giuseppina Bonaparte arrivata da Parigi, nel corso di un Te Deum nella Cattedrale riceve dal vescovo il Talismano di Carlo Magno come ringraziamento a lei e, soprattutto, al suo augusto consorte, per aver restituito alla chiesa le reliquie confiscate durante la Rivoluzione.
Da allora in poi, Giuseppina da quel medaglione non si separa più.
Alla sua morte, Giuseppina lo lascerà all'amata figlia Ortensia, che, a sua volta, lo donerà al figlio. Anche stavolta si tratta di un imperatore: Napoleone III.
La moglie di Napoleone III, l'imperatrice Eugenia, lo donerà alla morte del marito alla Cattedrale di Reims in cui verrà quindi custodito in una teca nella sala del palazzo del Tau.

Il Talismano di Carlo Magno esposto in teca



lunedì 11 luglio 2016

Il Cullinan - La Stella d'Africa

Cullinan I

Il Cullinan è il diamante grezzo di qualità gemma più grosso mai rinvenuto.
In Sud Africa, all’inizio del ventesimo secolo, l'imprenditore Thomas Cullinan decise di comprare un terreno dagli eredi di Willem Prinsloo, l’anziano proprietario che in vita non aveva mai voluto cedere le sue terre ai cercatori di diamanti.

Miniera Premier Mine - Sudafrica
È in questo terreno che il giovedì 26 gennaio 1905 avvenne il ritrovamento più sensazionale nel mondo delle pietre preziose.
La miniera Premier Mine, di proprietà della compagnia diamantifera Petra Diamonds, si trova nella città di Cullinan, Provincia di Gauteng, Sudafrica, 40 km a est di Pretoria.
È celebre per il ritrovamento, nel 1905, del diamante Cullinan, e per essere l'unica miniera al mondo nella quale siano stati scoperti diamanti blu.
La miniera fu aperta nel 1902, e rinominata Cullinan Diamond Mine nel novembre 2003, per la celebrazione del suo centenario.
 

Il primo ministro del Transvaal, Louis Botha, propose di donare il Cullinan al re d’Inghilterra Edward VII. A causa di precedenti rancori fra i due governi, il parlamento inglese si riunì per decidere se accettare o no il dono. Grazie alle parole di Winston Churcill, la votazione diede esito favorevole e il Cullinan fu consegnato al re il 9 Novembre 1907, in occasione del suo sessantaseiesimo compleanno. Prima del suo viaggio verso l’Inghilterra, il Cullinan fu assicurato per un valore di 1.250.000 sterline.

Nelle mani di re Edward VII era arrivato il più grande diamante grezzo di qualità gemma mai rinvenuto: era giunto il momento di incaricare la persona giusta per le delicatissime operazioni di taglio del Cullinan; l’incarico era della massima importanza visto l’astronomico valore del grezzo e il conseguente valore delle pietre tagliate che se ne sarebbero ricavate.

La decisione ricadde sulla Asscher's Diamond Co., una compagnia di Amsterdam, già famosa per essersi occupata del taglio di gemme con elevate carature, tra le quali anche il famoso Excelsior (uno splendido diamante di 995 carati).
Joseph Asscher, il tagliatore incaricato, passò alcuni mesi solo per decidere in quali punti segare il grezzo; il 10 Febbraio del 1908, alle 14:45, Mr. Archer si assunse la più grossa responsabilità della sua carriera: piazzò la lama sul piano di sfaldatura da lui prescelto e diede una martellata...ma la lama si spezzò!

Joseph Asscher - Copia del diamante Cullinan
Il Cullinan rimase illeso, non si era neppure mosso! Fu allora montata un’altra lama, Mr. Asscher diede di nuovo un colpo con il suo martello e finalmente il Cullinan si ruppe; la divisione avvenne esattamente nel modo in cui il tagliatore aveva ipotizzato e sperato. Un impiegato, presente sul posto, narrò che dopo aver ricevuto i complimenti della sua equipe, Mr. Asscher cascò a terra svenuto.

Il Cullinan era adesso diviso in due pietre dal peso di 1977,50 e 1040 carati.
Dopo le successive operazioni di taglio e sfaccettatura si ottennero 9 pietre principali, 96 pietre minori e 9,50 carati di grezzi; il peso totale conclusivo fu di 1063 carati, con una perdita del 65% in peso durante le fasi di taglio.



Le 9 pietre più grandi mantennero il nome Cullinan seguito da un numero romano progressivo: il Cullinan I è anche conosciuto con il nome inglese “Star of Africa” ; re Edward VII collocò questa gemma, di forma a goccia e peso di 530,20 ct, nello scettro reale tra i gioielli della corona.



Il Cullinan II, un diamante a cuscino dal peso di 317,40 ct, è stato collocato al centro della corona imperiale della Gran Bretagna e usato per la prima volta durante l’incoronazione di re George V il 22 Giugno del 1911.


I diamanti Cullinan III e IV finirono in un gioiello creato nel 1910 per la regina Mary; le due pietre pesano rispettivamente 94,40 e 63,60 ct; in molti ritratti Mary è raffigurata con un pendente contenente i Cullinan III e IV.


La regina Mary fece montare in platino anche il Cullinan V, un diamante triangolare di 18,80 ct indossato molto spesso dalla regina Elizabeth II.

Il Cullinan VI, una navette di 11,50 ct, fu donato da Edward a sua moglie, la regina Alexandra; in seguito fu montato su richiesta di Elizabeth II come pietra principale in una collana di diamanti e smeraldi (il gioiello preferito dalla giovane regina).

Cullinan III e IV
Un unico gioiello racchiude i Cullinan VII e il Cullinan VIII, due pietre dal peso di 8,80 e 6,80 ct. Infine il Cullinan IX, tagliato a goccia e montato su anello che fu fatto per la regina Mary e che appartiene oggi a Elizabeth II, rappresenta la pietra più piccola tra le maggiori ottenute dal Cullinan, il suo peso è infatti di “soli” 4,39 ct.

Cullinan IX
Un diamante grezzo documentato, di qualità gemma delle dimensioni del Cullinan deve ancora essere scoperto; e pensare che gli esperti che ne studiarono la forma dissero che un lato del cristallo era liscio, che quindi probabilmente il grezzo fosse in origine molto più grande ma che avesse perso un pezzo lungo un piano di sfaldatura per cause naturali.
In fondo esiste una leggenda che narra che Frederick Wells vendette diamante grezzo di 300-400 grammi; se ciò fosse vero e se tale pietra fosse realmente una parte del Cullinan, il peso originario di questo diamante record sarebbe stato intorno ai 5000 carati!

mercoledì 6 luglio 2016

Il Citrino - La Pietra dei Mercanti


Quarzo citrino grezzo - Drusa
Il Quarzo citrino è una varietà di quarzo il cui colore è dovuto ad impurezze di ferro trivalente (circa 40 parti per milione) nel reticolo cristallino.
Il significato del nome citrino deriva dalla parola greca “citron”, ossia cedro: il colore del minerale richiama appunto questi agrumi.
I citrini naturali, di un giallo molto puro e chiaro, sono in realtà molto rari essendo la maggior parte delle Ametiste o del Quarzo affumicato riscaldati, ma che poi variano sul rosso-marrone.

Quarzo citrino
L’Ametrino è una varietà di quarzo bicolore, chiamato anche Bolivianite o Tristina, per metà Ametista e metà Citrino.

Ametrino grezzo
Gli indiani Ayoreos che vivono nella regione di El Chaco, ad est della Bolivia, a circa trenta chilometri da Brasile, lo scoprirono impigliato nelle radici degli alberi. Lo davano agli invasori spagnoli in cambio di cibo.
L’Ametrino deriva principalmente dalla Bolivia dove era estratto in maniera illegale da parte dell'esercito e di avventurieri che hanno esaurito gli strati superficiali. A partire dal 1990 viene estratto da una società privata, in pozzi e gallerie di diverse decine di metri di profondità. Si trova anche in Brasile e Uruguay.


Il Quarzo citrino è stato trovato in moltissimi posti, tra cui la Francia, la Gran Bretagna, la Russia, il Madagascar, la Birmania, la Spagna, gli Stati Uniti e il Brasile.
Il colore varia a seconda della provenienza e dell’eventuale trattamento termico. Se si tratta di cristallo autentico, può variare dal giallo pallido a intense tonalità color miele.


Il Quarzo citrino era conosciuto ed apprezzato già ai tempi dell’antica Grecia. Era, infatti, una gemma popolare che nei secoli a venire avrebbero incominciato ad utilizzare anche i Romani e a lavorarla come pietra preziosa.
In ogni caso, il Quarzo citrino aveva una grossa importanza a tal punto da essere indicato come la materializzazione del sole. Anche nel Medioevo esso ha conosciuto uno sviluppo degno di nota. In questo periodo veniva impiegato come amuleto, doveva aiutare ad accumulare ricchezza e favorire il buon esito di un affare.



Come tutte le pietre che legano la loro preziosità alla trasparenza, anche in questo caso la determinazione del costo è data dalla limpidezza del minerale e dal numero di eventuali inclusioni. Ha tutte le caratteristiche fisiche del quarzo, pertanto è una pietra dura e molto resistente. Il citrino viene associato al 13° anniversario.
In passato, secondo la filosofia orientale, il potere del citrino era di gran lunga maggiore in quanto si riteneva che la gemma portasse fortuna, successo e perciò aiutasse ad accumulare denaro e a preservarlo. Per questo motivo in Medio Oriente era considerato la Pietra dei Mercanti che quindi conservavano i citrini nei cassetti o nelle borse, vicino ai soldi, per evitare che venissero rubati o che perdessero di valore. 
Molteplici qualità fisiche e poteri terapeutici fanno del Quarzo citrino una gemma dal duplice pregio: non è solo preziosa in quanto rara nella sua forma naturale, ma può rivelarsi un ottimo dono per via delle potenzialità benefiche che incarna sin dall’alba dei tempi.
E' importante prendersi cura della gemma pulendola con immersioni in acqua fredda salata; al tempo stesso, bagni di sole, senza luce diretta, sono considerati utili per rigenerare la sua vitalità, una vitalità destinata a trasmettersi al possessore di bellissimi gioielli illuminati dall’energia solare del quarzo citrino.
Per lo zodiaco potrebbe essere la pietra dei segni: leone, scorpione, sagittario, pesci . Sarebbe anche la pietra del mese dei nati a novembre.



lunedì 4 luglio 2016

Il Moussaieff Red - Un diamante rosso dall'incredibile bellezza


Il Moussaieff Red o Red Shield è un diamante tra i più famosi al mondo per il colore rosso intenso che lo contraddistingue (i diamanti di questo colore sono estremamente rari).
Il Moussaieff rosso è un taglio brillante triangolare o Trilliant tagliata, fantasia rosso (rosso rubino), diamante internamente perfetto, del peso di 5.11 carati. E 'il più grande diamante del mondo rosso di oggi, e il suo costo stimato nel 2002 è stato di $ 8 milioni. Il GIA afferma che è il più grande diamante rosso colore naturale.

Il diamante è la più importante fra le gemme esistenti. Il suo nome deriva dal greco adamas che significa “indomabile”, perchè fin dall'antichità ha stupito l'uomo per la sua eccezionale durezza.
Il diamante infatti è il termine 10 della scala della durezza di Mohs, ed è l'unico minerale ad avere durezza così elevata (si stima sia da 10 a 150 volte più duro dell'unico minerale che ha durezza 9, il corindone) ed è in grado di esercitare un'azione abrasiva su qualsiasi tipo di materiale.
È costituito per il 99% da carbonio e gli atomi occupano i vertici e il centro delle facce di un cubo, per questo motivo il diamante appartiene al sistema cubico. La struttura reticolare è costituita da forti legami covalenti tra gli atomi di carbonio che conferiscono una maggiore coesione al reticolo cristallino e sono responsabili dell'eccezionale durezza del diamante.
I diamanti si sono formati in un periodo compreso tra 3.300 e 990 milioni di anni fa, in condizioni di temperatura (da 1.100-1.600° C) e pressione molto elevate (47-63 kbar). Si presume che si siano formati a profondità comprese tra 150 e 200 Km, nell'ambito del mantello superiore terrestre (uno degli involucri concentrici che rivestono la Terra).
I magmi del mantello risalendo verso la superficie hanno inglobato i diamanti e li hanno trasportati in superficie. Fino a pochi anni fa, si riteneva invece che i diamanti si fossero formati dallo stesso magma che aveva dato origine alle kimberliti (rocce scure ad elevato contenuto di ferro, magnesio e potassio) ma in realtà esaminando le micro inclusioni presenti nei diamanti, si è capito che questi cristalli sono solo dei minerali ospiti, di natura estranea alla roccia kimberlitica che li circonda.


Il diamante è famoso per essere una gemma incolore, trasparente e brillante piuttosto che colorata, questo perché la maggioranza dei diamanti esistenti in natura sono da incolori a giallo-bruni.
Tuttavia è l'unica gemma che allo stato naturale può presentare tutte le possibili famiglie di colori: rosso, arancio, giallo, verde, blu, viola, rosa, bruno, grigio, nero, bianco e relative sfumature. I diamanti già di per sé sono rari, basta pensare che per raccogliere un carato di diamante grezzo (cioè 0,2 grammi), si devono lavorare in media 4 tonnellate di roccia, ma quelli colorati lo sono ancora di più, solo 1 su 10.000 può presentare una certa colorazione. Le cause del colore nei diamanti sono dovute di solito alla presenza di impurità come azoto, idrogeno, boro e a distorsioni del reticolo cristallino
I diamanti sono gemme di grande valore, simbolo di potere e nei secoli hanno sempre esercitato un grande fascino soprattutto nelle famiglie nobili e facoltose. Sono molti gli esemplari eccezionali per dimensioni, colore, bellezza e rarità conservati nei musei e nelle collezioni di gioielli delle famiglie reali di tutto il mondo, alcuni sono custoditi in collezioni private mentre altri risultano scomparsi e su di essi nei secoli, si sono costruite numerose leggende.

 Il Moussaieff Red o Red Shield

Questo incredibile diamante rosso fancy color naturale ha forma triangolare con lati curvilinei (trilliant-cut), è stato classificato IF dal GIA ed è il più grosso diamante rosso mai classificato: queste caratteristiche che lo rendono uno dei più costosi diamanti esistenti in circolazione, anche se gli esperti non sono oggi in grado di fornirne una esatta valutazione.
Essendo rosso, il Mousaieff Red è un diamante di tipo IIa, la cui frequenza è pari a meno dello 0,1% dei diamanti estratti. I diamanti di tipo IIa, in assenza di azoto, sono di solito incolore; in alcuni rarissimi casi però, questi diamanti presentano delle deformazioni plastiche nella struttura cristallina, la cui conseguenza è una diversa capacità nell’assorbire la luce e quindi nel colore risultante della pietra (rosa, viola, rosso).
I diamanti rossi sono quindi diamanti di tipo IIa parzialmente deformati. Attualmente si stima che i diamanti rossi naturali certificati in circolazione siano all’incirca una ventina, è per questo che il rosso è il colore più caro nel diamante.

Storia

Il Moussaieff Red è stato scoperto da un agricoltore in Brasile a metà degli anni 1990. Come tale il diamante deve aver avuto origine in depositi alluvionali delle aree minerarie di diamanti del Brasile. Nello stato di massima la pietra pesava 13,90 carati.
Il diamante fu acquistato dalla William Goldberg Diamond Corporation di New York. Le frese dei maestri del Goldberg Corporation hanno trasformato la pietra rosso intenso in uno spettacolare taglio brillante di forma triangolare, noto anche come un taglio Trilliant, del peso di 5.11 carati. Al diamante è stato dato il nome di Red Shield dal Goldberg Corporation.

William Goldberg

Il diamante Red Shield è stata venduto a Moussaieff Jewelers Ltd. nel 2001 o 2002, per circa $ 8.000.000, e dopo tale operazione il diamante è stato denominato Moussaieff Red.


Il Moussaieff Red è stato esposto al Museo di Storia Naturale della Smithsonian Institution in due occasioni, negli anni 2003 e 2005.
Nel 2003, è stato parte del "Splendor of Diamonds" Exhibition, tenutosi tra il 27 Giugno e il 30 settembre, presso la Smithsonian Institution, Washington DC, che inoltre ha caratterizzato altri diamanti famosi come il Millennium Star, the Alnatt, the Pumpkin Diamond, the Heart of Ethernity, the Steinmetz Pink, e the Ocean Dream.

 Nel 2005, il Moussaieff Red faceva parte della mostra "Diamonds" che si è svolta tra l' 8 luglio 2005 e 26 febbraio 2006, caratterizzata da una star-line up di otto dei diamanti più incredibili del mondo, insieme per la prima volta .

Il gemmologo inglese Micheal Hing, descrive così questa pietra: “Ha un sorprendente color rosso ribes, completamente diverso da qualsiasi colore visto in altri diamanti fancy.”.
Essendo un diamante di recente scoperta non ha una lunga storia alla spalle; attualmente la pietra è di proprietà della Moussaieff Jewelers Ltd... probabilmente!
 

domenica 3 luglio 2016

Moser...uno scettro di cristallo - 3° e ultima parte

Nemmeno le recenti crisi economiche hanno mandato in frantumi la fortuna dei cristalli di Boemia. Dopo alcuni anni difficili nel 2011 è iniziata la ripresa, con l’azienda che ha ricominciato a registrare utili da milioni di corone, grazie al ritrovato interesse di mercati storici come l’Europa e gli Stati Uniti e la crescita consistente di esportazioni verso Russia, Cina e Giappone.




Karlovy Vary è forse la citta termale piu conosciuta della Repubblica Ceca. La sua storia risale al XIV secolo, ai tempi di Carlo IV. Gli effetti curativi delle sorgenti locali sono stati sfruttati da personaggi celebri quali lo zar Pietro il Grande e lo scrittore Goethe.
Alla fama di Karlovy Vary hanno contribuito anche la produzione del cristallo boemo Moser, famoso in tutto il mondo, le porcellane di Karlovy Vary oppure il liquore erbetico Becherovka.  Si possono visitare gli impianti di produzione della fabbrica Moser.


Ma non solo, l’azienda di Karlovy Vary ha rialzato la testa e l’intero settore dell’industria del vetro ceco sta vivendo una nuova primavera. Nel 2012 il fatturato complessivo di queste aziende in Repubblica Ceca ha oltrepassato i quaranta miliardi di corone, circa un miliardo e mezzo di euro, con un incremento dell’otto percento sull’anno precedente, una soglia superata l’ultima volta nel 2008, l’anno di inizio della crisi.


Proprio la Moser, azienda, che conta due negozi monomarca nel centro di Praga ed uno nella sede di Karlovy Vary, nel 2011 è entrata a fare parte del prestigioso Comité Colbert, l’associazione francese che raggruppa le settantacinque più importanti marche di lusso francesi. Moser è la prima ed unica ceca ad essere ammessa nel circolo. Perché nessuno sta più in alto del re.