venerdì 28 aprile 2017

Lapislazzuli: un bellissimo dono degli Dei


Un bellissimo dono degli Dei: così è considerato da millenni il Lapislazzuli, che sembra un pezzo di ‘cielo sempre stellato’, come lo definì Plinio per la sua colorazione picchiettata d’oro.
E’ una pietra apprezzatissima, con una forte personalità, regale: i sovrani se ne facevano ricavare oggetti ornamentali e amuleti. In realtà non è un minerale singolo ma una mescolanza, in cui predominano minerali azzurri (lazurite, sodalite, haüynite), con le caratteristiche inclusioni di pirite che ricordano appunto le stelle.
Il lapislazzuli (meno comune lapislazuli o lapislazoli) è una delle pietre preziose considerate tali da più tempo nella storia. La storia di questa gemma risale al V millennio a.C., fu molto usata per la fabbricazione dei gioielli trovati nelle tombe faraoniche in Egitto.

Rivestimento della Porta di Ishtar, nell'antica Babilonia
È prevalentemente di colore azzurro intenso (ma ne esistono anche campioni di colore più vicino al celeste, a seconda della quantità di calcite).
Il lapislazzuli è costituito da una elevata concentrazione di lazurite con associati altri minerali accessori come calcite e inclusioni di pirite.

Il lapislazzuli si trova in giacimenti soprattutto in Afghanistan (Miniera di Sar-e-Sang, in Badakhshan, citata anche da Marco Polo), in Cina e Cile. È presente anche in alcune effusioni dei vulcani campani e laziali.

Nel Buddhismo viene considerato uno dei sette tesori e equiparato alla coscienza di sé.



Con il lapislazzuli si creava attraverso la macinazione e altri procedimenti, il più pregiato blu degli affreschi medievali, dalla tonalità intensa ed estremamente resistente nel tempo. Il costo di questa materia prima era paragonabile a quello dell'oro, se si pensa che le uniche miniere conosciute erano in Afghanistan. La ricchezza del materiale aveva anche un significato devozionale: nell'arte sacra ritrarre la divinità con materiali preziosi era una sorta di offerta che si faceva nei loro confronti.

Il lapislazzuli, come nel passato, continua tuttora ad essere usato in gioielleria, nell'intaglio e nella scultura. Famose sono le coppe e i vasi in lapislazzuli che appartennero ai Medici, famiglia regnante a Firenze nel XIV - XVIII secolo. Michelangelo ne usa abbondantemente sia per affrescare la Cappella Sistina (in particolare nel Giudizio universale) che la Cappella Paolina (Conversione di Saulo e Crocifissione di san Pietro). Anche Giotto utilizzò il blu lapislazzuli negli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova.



Cappella degli Scrovegni, Padova

A Roma nella Chiesa del Gesù, alla sommità dell'altare di Sant'Ignazio di Loyola, c'è una grande sfera ricoperta di lapislazzuli.

Altare di S.Ignazio di Loyola

Il significato della parola “lapislazzuli” risale alla parola persiana “lazur”, che vuol dire “pietra blu”. In genere il lapislazzuli proviene dall’Afghanistan, ma si trova anche in Italia, in Egitto, in Cile, in Russia e negli Stati Uniti.
Si tratta di pietre molto lucide e belle da vedere, ma possono assumere colori diversi a seconda delle tracce presenti al suo interno. Normalmente si trova nella variante blu e contiene inclusioni di calcite bianca e pirite dorata.
Blocco di Lapislazzuli

Il lapislazzuli è una pietra di un blu intenso, è collegata alla verità e all’illuminazione e stimola il Terzo Occhio e la ghiandola pineale. È sempre stato tra i minerali più apprezzati in antichità, grazie anche alla sua evidente bellezza.
Il lapislazzuli è una pietra utile in cristalloterapia quando si vogliono alleviare rabbia e pensieri negativi, così come le sensazioni di frustrazione che producono ira. È storicamente una pietra legata alla regalità e aiuta anche a bilanciare gli aspetti maschili e femminili della propria personalità. L’energia di questi cristalli blu può intensificare l’evoluzione delle capacità psichiche e l’intuizione.
Il lapislazzuli è conosciuto da migliaia di anni: risale infatti ai tempi dei faraoni. È stato sempre molto apprezzato dagli Egizi sia come amuleto che per creare gioielli e ne sono stati rinvenuti degli esemplari anche nella tomba del faraone Tutankhamon.


Secondo la Bibbia, una delle pietre del pettorale del Sommo Sacerdote di Gerusalemme era proprio il lapislazzuli. Parte del Libro dei Morti è stato scritto su una lastra di questo minerale, mentre testi classici documentano come i popoli antichi riconoscessero grande valore a questo splendidi cristalli blu.
Venivano infatti considerate pietre sacre, collegate alla spiritualità, alla saggezza, all’illuminazione e all’armonia.
 
Gioielli scoperti nelle tombe egizie
Estrazione dei Lapislazzuli 

Il giacimento di Lapislazzuli per eccellenza è quello di Sar-e-Sang, situato nell’aspra Kokcha Valley, nel remoto Distretto di Badakhshan, nel nord dell’Afghanistan. Attivo da oltre 7000 anni, è la sede di alcune delle più antiche miniere del mondo.

Mappa dei giacimenti di Lapislazzuli nel mondo
Minatore

Esposizione di minerali

Esistono certamente altri giacimenti di Lapislazzuli, ma quello afghano rimane il migliore per reputazione ed esperienza. Nell’antichità, il Lapislazzuli dell’Afghanistan veniva esportato lungo le antiche vie commerciali verso Mesopotamia, Egitto, Grecia, Roma, India, Cina e persino Giappone.
Il geografo persiano medievale Estakhri visitò le miniere afghane di Lapislazzuli nel X secolo e quando, nel XIII secolo, Marco Polo le visitò a sua volta, scrisse: “C’è una montagna in quella regione, dove si trovano i più bei Lapislazzuli del mondo”.
Per i suoi numerosi giacimenti il Lapislazzuli è diventato il 20 settembre 1984 la pietra nazionale del Cile. Ulteriori Paesi dove si estrae questa meravigliosa gemma sono la Russia (Lago Bajkal), l’Angola, la Birmania, il Canada, il Pakistan e gli Stati Uniti.

Storia dei Lapislazzuli

I Lapislazzuli sono stati citati già nel 2650 a.C. nell’ “Epica di Gilgamesch”, celebre poema dell’antica Mesopotamia. L’antica città sumera di Ur aveva un fiorente commercio di Lapislazzuli e le sue tombe reali, portate alla luce nel 1920, contenevano più di 6000 squisite statuette, piatti, perline e sigilli di Lapislazzuli.
Gli antichi egizi, così come gli antichi romani e greci, attribuivano a questa gemma celeste una forza divina. Usato per cerimonie religiose e come ornamento personale, il Lapislazzuli è stato indossato anche come talismano, amuleto e gioiello intarsiato.
Scarabeo di Lapislazzuli
Inoltre era usanza impiegarlo come ricompensa per il coraggio e soprattutto i Romani credevano che fosse un forte afrodisiaco. Nel Museo delle Arti decorative di Namur si può ammirare un antico busto romano di Lapislazzuli.


Nel I. secolo d. C. lo storico romano Plinio il Vecchio descrive il Lapislazzuli come “un frammento della volta stellata del cielo”.
Tenuto in gran conto dagli alchimisti, il Lapislazzuli fu usato anche nell’arte come pigmento. La gemma veniva polverizzata e unita all’olio, per ottenere il colore “oltremare”.

Pigmento di Lapislazzuli
La meravigliosa tonalità blu si trova, ad esempio, nelle miniature persiane del XII. e del XIII. sec., così come nell’ “Ultima Cena” di Leonardo da Vinci o in una miniatura nella Chiesa di Saint-Germain d’Auxerre. Il colore “oltremare” naturale era molto richiesto per la sua intensità e per la resistenza alla luce e il suo prezzo superò addirittura quello dell’oro. A partire dal 1828 il colore è stato prodotto sinteticamente, diventando più accessibile.

Botteghe Granducali o manifattura milanese Pierre Delabarre - Coppa con delfini, draghi e bambino seconda metà del Cinquecento (coppa); 1625-1645 (montatura)

Varietà del Lapislazzuli

Secondo alcuni trattati persiani che parlano di Lapislazzuli, i suoi colori si possono classificare in tre classi: nili (blu scuro), assemani (blu chiaro) und sabz (verde).
Nella valutazione del Lapislazzuli il colore più bello è ritenuto essere il blu reale uniforme (ricco blu violaceo). Difformità di colore o, in generale, tracce di verde, influenzano negativamente la bellezza e il valore della gemma. Di contro la presenza della Pirite regala al Lapislazzuli una nota mistica e suggestiva.
Gli esemplari del Cile presentano un colore chiaro per l’alta percentuale di calcite.



Caratteristiche del Lapislazzuli 

Riguardo al taglio, il Lapislazzuli è una gemma semplice da tagliare. L’unico limite è la fantasia del tagliatore. In generale viene prescelto il taglio cabochon, ma può essere lavorato anche per tavole, perline, incisioni o figurine.

Ariete di Lapislazzuli
Può essere difficile trovare dei blu uniformi e intensi ed esemplari compresi tra i 10 e i 20 carati sono ritenuti eccezionalmente rari.
Il Lapislazzuli non è solo una gemma antica, con 7.000 anni di storia alle sue spalle, ma è anche connessa a differenti mitologie e tradizioni.


Cura del Lapislazzuli

Il Lapislazzuli ha bisogno di attenzioni particolari. Non può essere esposto nè a fonti di calore, nè ad acqua bollente, così come bisogna evitare saponi, soluzioni acide e saline. Per la pulizia è sufficiente utilizzare un panno asciutto o leggermente umido.



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