mercoledì 29 aprile 2020

Il Topazio, simbolo di coraggio e saggezza

 

Topazio grezzo

 

   

Secondo Plinio, il nome Topazio deriva da Topazos, un’isola del Mar Rosso, in riferimento ai giacimenti di pietre preziose (soprattutto Olivina e Crisoberillo) che allora venivano confuse con il Topazio vero e proprio. Secondo altre fonti avrebbe invece origine dalla parola sanscrita tapas che significa “fuoco”.
Il Topazio era considerato un simbolo di coraggio e di saggezza e veniva usato montato in oro come amuleto protettivo contro i malefici. Camillo Leonardi nella sua opera Speculum Lapidum del XVI secolo riferisce la virtù di frenare le passioni, l’ira, la frenesia, la lussuria e la malinconia e aggiunge che il Topazio accresce le ricchezze e che “rende chi lo porta grazioso ai Principi”.


Anello con Topazio Imperiale


Spilla con Diamanti, Topazio e Citrino

Il Topazio è molto conosciuto in gioielleria, utilizzato per la creazione di monili preziosi. Se di base è definibile un cristallo trasparente (anche se difficilmente si reperisce in natura), la presenza di un elemento piuttosto che di un altro conferisce una particolare colorazione. Si può trovare in commercio il Topazio rosso, rosa, azzurro, verde, giallo, bruno…


Il Topazio è molto apprezzato non solo dal punto di vista estetico, ma anche nella cristalloterapia per il suo significato e le molte proprietà.

I nomi associati al Topazio nelle variazioni del suo colore sono spesso evocativi: per le varianti di blu, per esempio, c’è Topazio Blu Londra, Topazio Blu Svizzero e Topazio Blu Cielo,Topazio Nettuno o il Topazio Oceano. Per il rosso o il rosa acceso ci sono il Topazio Ciliegia e il Topazio Flamingo, mentre con i colori dell’arcobaleno ci sono il Topazio Mistico, Tramonto e il Topazio Blue Moon. C’è poi anche il Topazio Anguria, che è bicolore: rosa deciso e verde intenso insieme.

Il Topazio giallo oro è conosciuto come Topazio Imperiale, mentre quello trasparente è chiamato Topazio Bianco.

Topazio Imperiale grezzo

Una curiosità sul Topazio imperiale: gli antichi Egizi credevano che proteggesse da tutte le negatività, in quanto il colore giallo rappresentava il Dio del Sole Ra, mentre per gli antichi Greci questa pietra serviva a ripristinare la loro forza e a garantire protezione perché poteva avvicinare alle divinità.
Il nome Topazio Imperiale è in onore degli Zar del diciassettesimo secolo, innamorati di questa pietra preziosa.

Si narra che gli Zar indossassero il Topazio solo a patto che fosse emerso dal suolo russo. Ancora oggi sono presenti alcuni depositi in Russia, tra i Monti Urali.
Il famoso Blaze Imperial Topaz è uno dei Topazi più famosi della storia, che pesa ben 97,45 carati ed è esposto nel Field Museum of Natural History di Chicago. Tra i più famosi Topazi del mondo spicca il Braganza Diamond, divenuto celebre non tanto per il suo bel colore (infatti è un topazio bianco colorless), ma piuttosto perché per secoli si è pensato fosse un Diamante da 1680 carati!


Blaze Imperial Topaz
Braganza tiara



Secondo gli antichi
Gli antichi raccontano che la solare luminosità del Topazio ne impedisca la ricerca durante il giorno; scrive Strabone che la gemma è solitamente cercata di notte, quando il suo luccicore nel buio la rende ben visibile; si fanno segni di riconoscimento sul luogo e si procede quindi allo scavo e alla rimozione durante il giorno.
Come l’Ambra ed il Giacinto anche il Topazio era detto un tempo luncurio, perchè si riteneva prodotto dall’urina della lince e da questa stessa sotterrata come sua consuetudine. Pare che i giacimenti più antichi fossero quelli egiziani dove la gemma era rinvenuta assieme allo Smeraldo.
Gli Indiani apprezzavano molto la bella pietra luminosa, ma è probabile che non si trattasse del vero Topazio bensì di Corindoni gialli. Anche i Topazi della Boemia erano noti fin dall’antichità; oggi la gemma viene estratta in California, Australia, Madagascar, Tasmania e raramente anche all’Isola d’Elba. In Europa i giacimenti principali sono collocati in Irlanda.
Topazio multicolore

Curiosità sul Topazio
Il Topazio predilige il taglio a gradini, a tavola ed a brillante (quasi esclusivamente per quelli incolore). In natura è spesso rinvenuto in blocchi di grandi dimensioni: la grandezza di due o tre centimetri è abbastanza comune. Il più bello, tra i Topazi, è il limpido, trasparente, il Breganza (1680 carati) appartenente al tesoro della Corona Portoghese.
La gemma risente molto della moda, ma non raggiunge comunque mai costi elevatissimi. Diventa, grazie a questo suo pregio, un talismano accessibile a molti con le ovvie riserve astologiche pertinenti ad ogni pietra. Simbolo di S. Matteo, S. Giovanni, S. Giacomo minore, di amore, affezione, dolcezza, buona disposizione d’animo e anche di gioia, libertà, sapienza, simpatia, tranquillità e trionfo, conferisce al portatore questi doni preziosi.
E’ l’emblema dell’amicizia e dell’affabilità, della felicità, della costanza e della contemplazione. Secondo s. Matteo, la pietra doveva rischiarare il cuore a quelli della sua comunità e donare la capacità di vedere a coloro che hanno occhi ma non sanno vedere, ossia i ciechi alla luce dello spirito.

Il Topazio è la gemma portafortuna del mese di novembre; a chi è nato in questo mese regala protezione e amicizia. Pietra d’autunno, ne riflette i bellissimi caldi colori. Qualche autore la attribuisce però anche alla primavera, in particolare al mese d’aprile, periodo in cui sarebbe particolarmente efficace contro i dispiaceri e le irritazioni perchè in sintonia col genio del mese. Il giorno dedicato al Topazio è la domenica; l’ora, la seconda e la quarta del dì. In sogno promette sicurezza e protezione da ogni male.


Gioiello appartenente alla casa reale di Svezia

 

venerdì 25 agosto 2017

Rubino - Cristallo di luce





Il Rubino deriva il nome dal latino “ruber”, rosso. Mentre molte gemme rosse continuarono a essere chiamate ‘Rubini’ fino ai progressi della scienza gemmologica nel XVIII secolo, per tutta l’antichità Rubino, Granato e Spinello vennero complessivamente designati col termine “carbunculus” (‘piccolo carbone’ in latino). Note agli antichi Greci col nome di “antrax” (carbone vivo), queste pietre erano bellissime gemme di colore rosso intenso che, esposte al sole, diventavano del colore dei carboni ardenti.



Il Rubino è accanto allo Zaffiro una varietà colorata del minerale Corindone (un cristallo di ossido di alluminio), che deriva il suo nome dal sanscrito “kuruvinda”. Il Corindone produce gemme ‘allocromatiche’, e sono tracce di elementi come cromo, ferro e titanio, oltre che centri di colore, a essere responsabili del suo arcobaleno di colori. Il Rubino deve il suo rosso al cromo, mentre una tonalità marrone deriva dalla presenza del ferro.
Gli Zaffiri presentano anche colorazioni rosse e arancio (come ad esempio lo Zaffiro Tramonto), ma queste tonalità non rientrano nello spettro cromatico assegnato al rosso Rubino. Se quindi i rossi del Corindone sono detti “Rubino”, gli altri colori sono chiamati “Zaffiro”. Anche il purosangue Rubino è però solo per l´80% rosso e per il restante mostra tonalità arancio, rosa acceso, lilla e violetto.




I Rubini dello Sri Lanka venivano usati già dagli antichi greci e romani a partire dal 480 a. C., fatto che renderebbe lo Sri Lanka la fonte più antica di estrazione per questa gemma, anche se l´origine “classica” del Rubino è la Mogok Valley, nel centro settentrionale della Birmania.

Oggi il Rubino viene estratto anche a Möng Hsu, nella Birmania nord orientale. Questo Paese, grazie alla presenza di esemplari dal colore classico e dalla forte trasparenza, è considerato tra i primi luoghi estrattivi di Rubini al mondo e il suo nome è stato talmente legato a questa gemma, che in passato il titolo degli antichi re era proprio “Signore dei Rubini”.

Altre fonti del Rubino sono Afghanistan, Cambogia, Cina, India, Kenya, Madagascar, Mozambico, Pakistan, Sri Lanka, Tanzania, Thailandia e Vietnam.

Cristalli di rubino nel marmo della valle di Hunza in Pakistan

Secondo Plinio le pietre rosse venivano suddivise in carbonchi maschi e carbonchi femmine, a seconda del colore più o meno intenso e, come già detto, anche il rubino rientrava in questa classificazione.
Nell’antichità possedere rubini era segno di dominio, vittoria, amore e fede.
Secondo una delle tante leggende che riguardano questa gemma, la spada dei Burgundi, conquistata da Sigfrido che sconfisse i Nibelunghi, avrebbe avuto l’impugnatura tempestata di rubini.

Timour Ruby
Bisogna precisare che le gemme incastonate nei Gioielli della Corona d’Inghilterra, il famoso “Timour Ruby” (dal conquistatore mongolo Timour le Boiteux) e il “Black Prince’s Ruby”, per molto tempo considerati rubini, sono invece bellissimi spinelli rossi.

The Black Prince's Ruby
Il famoso commerciante di gemme Tavernier, vissuto nel XVII secolo, scrisse di aver visto, durante i suoi numerosi viaggi, molti rubini di considerevole caratura e bellezza fra i quali, in India, quello del Re di Bijapur: un cabochon di 17,5 ct.
Altri rubini famosi sono il “Peace Ruby” di 42 ct, il “Chatrapati Manick Ruby” di circa 40 ct, l’“Edwardes” di 167 ct (conservato nel British Museum di Londra), un esemplare di 250 ct incastonato nella Corona di Carlo IV del 1346 (conservato a Praga), un rubino birmano di 27,11 ct (conservato nel Museo Narodni di Praga) e, fra quelli asteria, il “De Long” di 100 ct circa (conservato nel Museum of Natural History di New York) e il “Rosser Reeves” di 138,7 ct (conservato nella Smithsonian Institution di Washington).

Rosser Reeves