La libreria senza nome, si trova nel cuore del quartiere di Abesses, ai piedi della collina che sovrasta Montmartre.
Nessuna insegna, nessun logo sta ad indicare che all'interno del minuscolo locale quadrato, a poche decine di metri dalla fermata del metro Abesses, ci sta una delle librerie più interessanti di Parigi.
Due vetrine polverose, grandi poco più di una finestra, una porta a vetri che striscia faticosamente sulla moquette quando si cerca di entrare, il frontone bianco che avrebbe bisogno di una buona mano di vernice.
La libreria senza nome è però conosciuta come la libreria di Patricià, con l'accento sulla a finale. Patricià è piccola, affascinante e innamorata dei suoi libri. Libri che non si trovano né nelle bancarelle dei bouquinistes, lungo i quai della Senna, né nelle grandi librerie di Saint Michel o di Saint Germain. Patricià non vende né i libri usati,anche se, dal di fuori, la sua libreria potrebbe assomigliare a una delle tante rivendite di libri d'occasione che a Parigi si incontrano ad ogni angolo di strada, né i libri nuovi appena usciti. I libri che vende Patricià sono sì libri nuovi, ma sono libri pubblicati da piccole case editrici indipendenti, da editori di un solo manuale, da sconosciute tipografie di provincia.
La scelta è straordinaria. Le opere minori di grandi autori ben noti o le opere maggiori di autori di nicchia: romanzieri afgani, saggisti islandesi, musicologi indiani, cantastorie palestinesi. La quantità di libri presenti nella libreria senza nome sfida le leggi della fisica. Pile di libri ovunque, dal pavimento al soffitto, scaffali sui quali sono esposti volumi in doppia e tripla fila, libri sotto la scrivania e libri accatastati nelle due vetrine che meriterebbero un colpo di straccio, anche se, a ben guardare, la polvere che si deposita sui vetri fa parte del decoro.
I bibliofili, a Parigi, sanno che quando sono alla ricerca del volume introvabile, il primo luogo in cui cercare è proprio la libreria di Patricià. Che nello spazio esiguo lasciato libero dalle migliaia di volumi che riempiono il negozio, riesce a riunire poeti e romanzieri, traduttori e giornalisti alla ricerca della chicca, del tomo segreto, della poesia perduta.
Non ci si può muovere nella libreria di Patricià. Lo spazio, semplicemente non c'è. Ma tutti lo sanno e si limitano a chiedere. A quel punto chiunque può assistere al miracolo della mente umana. Patricià, che è distante dal mondo dell'informatica come lo può essere un beduino dello Yemen, funziona, senza saperlo, come il più perfetto dei computer. Se il titolo richiesto è presente nel locale lei non esita. Si avvia direttamente verso questa o quell'altra pila, insinua una mano a metà colonna ed estrae con decisione l'oggetto del desiderio. Nelle giornate primaverili, quando il raro sole parigino illumina il marciapiede, clienti e habitué chiacchierano di fronte alla porta, coinvolgendo gli abitanti del quartiere che si soffermano puntualmente a salutare la libraia.
Quello della libreria senza nome è un mondo dimenticato, che ricorda la vecchia Parigi del quartiere latino, totalmente estraneo all'informatica e alla logica dei grandi monopoli del libro.
Shakespeare and Company è una storica libreria situata nel V arrondissement di Parigi, sulla Rive gauche. Fondata nel 1919 da Sylvia Beach, negli anni venti divenne luogo di incontro per scrittori come Ezra Pound, Ernest Hemingway, James Joyce e Ford Madox Ford.
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