Presepe di corallo, argento dorato, rame, bronzo dorato di bottega siciliana, Trapani, XVIII sec. |
Il Presepe custodito a Modena, capolavoro che riprende gli stilemi della pittura di paesaggio tipici del ‘700 nonché l’allegoria del Cristianesimo che prevale sul mondo pagano, ambienta il tema della Natività all’interno di un’architettura classica diruta nella cui ricostruzione l’uso del corallo e dei metalli (compreso il prezioso argento dorato) raggiunge livelli di incomparabile bellezza.
Particolare del presepe di corallo, argento dorato, rame, bronzo dorato di bottega siciliana conservato presso la Galleria Estense di Modena – Trapani, XVIII sec. |
Una delle sue peculiarità fu appunto la combinazione fra il corallo e metalli come l’oro, il bronzo, il rame. Ma se questo fu il periodo di maggiore fioritura di tale arte, già molto tempo prima – nel XII secolo – il viaggiatore arabo Idrisi, autore di celebri resoconti di viaggio e di mappe geografiche, magnificava la qualità del corallo siciliano.
Corallo bianco |
Il ruolo degli ebrei in quest’arte proseguì anche dopo la loro espulsione nel 1492 grazie ad alcuni esponenti della comunità convertitisi al cristianesimo i quali restarono a lavorare in Sicilia.
La pratica della raccolta del corallo veniva esercitata dai pescatori corallai che prendevano il mare con i ligudelli, barche appositamente attrezzate con la ‘ngegna una grossa croce di legno a
a bracci uguali, zavorrata con massi di pietra, alla quale erano fissate reti adatte alla pesca del corallo. Utilizzato nella lavorazione artigianale, il corallo era anche considerato un elemento naturale dotato divirtù apotropaiche e proprietà terapeutiche.
Nei primi decenni del ‘500 vennero scoperti lungo le coste della Spagna nuovi banchi di corallo, circostanza che andò ad incrementare ulteriormente l’arte trapanese con la realizzazione di opere sempre più complesse fino alla realizzazione di veri e propri capolavori.
Corallaro |
Gli scultori si applicavano invece su rami di corallo di maggiori dimensioni, ottenendo con il bulino vere e proprie piccole sculture o pregiati cammei.
Queste doti creative degli artigiani ed artisti trapanesi – fra cui presto cominciarono a distinguersi singole figure come quella di Matteo Bavera, un frate laico francescano – attirarono l’attenzione di committenti importanti come il viceré di Sicilia che per il re Filippo II di Spagna fece realizzare nel 1570 una Montagna di corallo, purtroppo andata perduta; altri oggetti furono realizzati per essere donati in circostanze importanti, come il Capezzale con la Madonna di Trapani, di cui fatto omaggio a Vittorio Amedeo di Savoia in occasione dell’incoronazione avvenuta a Palermo nel 1713 ed ora esposto presso il Museo Interdisciplinare Regionale “Agostino Pepoli” di Trapani.
Capezzale con la Madonna di Trapani - Museo Agostino Pepoli |
Scrigno portagioie - Museo Pepoli |
L’affinamento dell’arte della lavorazione del corallo stimolò inevitabilmente l’estro creativo dei maestri corallari di Trapani, che dal realizzare piccole sfere, “olivette” e virgole nel rosso materiale marino si spinsero a scolpire motivi vegetali e floreali sempre più ricercati, dettagli dalle linee complesse un tempo impensabili, trasferendo in questo campo forme e stilemi tipici del gusto barocco normalmente riscontrabili in pittura ed architettura. Ecco allora apparire i primi presepi, paliotti d’altare, calici da messa e i fantasiosi trionfi spesso ispirati ad opere architettoniche o alla pittura di paesaggio.
Questi meravigliosi manufatti divennero oggetto di un vero e proprio fenomeno di collezionismo in tutta Europa, diffusione che è all’origine della presenza di opere coralline trapanesi in numerosi musei, italiani ed esteri. In Italia uno dei musei più importanti è senza dubbio il Museo Pepoli di Trapani che dispone di una ricca sezione dedicata al corallo.
Museo Pepoli |
Lampada pensile - Museo Pepoli |