L’edificio, costruito in periodo normanno, risale precisamente al 1143: fu, infatti, realizzato da Giorgio d’Antiochia, ammiraglio di Ruggero II e dedicato alla Vergine Maria (da qui il nome).
Portale manieristico-barocco |
Un affresco della Martorana |
Svetta in lontananza la torre campanaria a base quadrata, adagiata alla chiesa e posta di fronte al presbiterio della chiesa di San Cataldo. Risale al XIII secolo e presenta un insieme di elementi che la avvicinano allo stile gotico, con importanti influenze arabe: la base della torre costituisce l’ingresso alla chiesa e presenta delle aperture sovrastate da archi a sesto acuto sorrette da colonnine, mentre ai tre livelli superiori ripropone le medesime arcate che accolgono al loro interno, però, eleganti finestre bifore, cioè separate nel mezzo da una colonnina.
In origine la chiesa della Martorana era adibita al culto greco-ortodosso: la sua facciata è sobria, con un solo portale accompagnato da colonne in stile ionico nel primo ordine, mentre quello superiore ospita tre finestroni squadrati sovrastati da timpani; la facciata sembra rimasta incompleta, in quanto mancante del terzo ordine il quale generalmente presenta la forma a cuspide, a indicare la tendenza della chiesa a spingersi verso l’alto e verso Dio.
Per quanto concerne l’interno, bisogna ricordare i molteplici stravolgimenti architettonici che la chiesa ha subito nel corso dei secoli: quello principale ha visto il passaggio dalla pianta a croce greca a quella a croce latina, con l’aggiunta delle navate laterali (1588); l’originaria abside semicircolare venne sostituita nel XVII secolo con una di forma quadrata, opera di Paolo Amato; mentre l’intera struttura subì gli influssi del periodo barocco del XIX secolo.
Pianta della Chiesa |
Questo tema decorativo è formato da tasselli d’oro, risalenti al 1150 circa, che si estendono, soprattutto, lungo la parte superiore della chiesa: le arcate, la cupola, le absidi e le pareti laterali rappresentano, in questo modo, personaggi illustri ed episodi tratti dalla Bibbia. I più importanti e preziosi riguardano l’Incoronazione di Ruggero II consacrata da Cristo. Tutt’intorno sono presenti quattro figure che rappresentano gli arcangeli, oltre i patriarchi, gli evangelisti e tutti gli apostoli.
Il fulcro di tutta la composizione è il “Cristo assiso benedicente“, sulla sommità della cupola, con il mondo ai piedi e, distribuiti sulla volta della calotta, quattro angeli prostrati in atto di adorazione; alla base della cupola un fregio in legno di abete, scoperto nel 1871, reca un’iscrizione dipinta in bianco su fondo turchino, il cui testo, eccezionale esempio di convivenza tra culture diverse, comprende un inno della liturgia bizantina (il sanctus con Osanna e Gloria ) tradotto in arabo, la lingua madre di Giorgio d’Antiochia.
Cristo benedicente e quattro angeli, sulla cupola |
Ancora, i mosaici che raffigurano l’Ammiraglio Giorgio Antiocheno ai piedi di Maria, che rappresenta la benedizione ricevuta dalla Vergine Maria.
Interventi barocchi sono stati effettuati tra il 1870 e il 1873 da Giuseppe Patricolo che ha svecchiato l’interno della chiesa attraverso la rimozione dei rivestimenti marmorei delle pareti risalenti al Settecento e ha ricostruito la facciata secondo i canoni del tempo.
Il tempio ospita, poi, gli affreschi settecenteschi del pittore Guglielmo Borremans, il ritratto della Maria del Rosario di Zoppo di Ganci, e le decorazioni delle volte degli artisti Olivio Sozzi e Antonino Grano.
Frutta di martorana |
Le lingue liturgiche utilizzate sono il greco antico (come di tradizione, che nacque per unificare sotto un'unica lingua di comprensione tutti i popoli della chiesa d'Oriente) o l'albanese (la lingua madre della comunità parrocchiale). Non è raro qui sentire parlare abitualmente i papàdhes e i fedeli in lingua albanese, la lingua, infatti, è il principale elemento che li identifica in una specifica appartenenza etnica.
La Natività |
Matrimonio nella Chiesa della Martorana |
Dal 3 luglio 2015 fa parte del patrimonio dell'umanità (Unesco) nell'ambito dell'"Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale".
L'altare della Martorana |