lunedì 27 giugno 2016

Il Koh-i-Noor, la Montagna di Luce

Il Koh-i-Noor (in sanscrito “montagna di luce”) è il più famoso diamante del mondo, probabilmente estratto in Andra Pradesh, in India, da cui sarebbe derivato anche il suo gemello, il Darya – ye Noor (“mare di luce”). Più volte sequestrato come bottino di guerra, il diamante è appartenuto a molte dinastie, tra cui i Kakatiyas, i Rajput, i Mughal, gli Afsharid, i Durrani, i Sikh e, da ultimo, la corona britannica nelle cui mani ancora oggi si trova. Prima di essere tagliato era di ben 793 carati ed ora ne conta 105,6, pesa 21.6 grammi e rappresenta uno dei più grandi diamanti del mondo.

La leggenda dice che gli uomini che avessero posseduto la pietra, avrebbero governato il mondo e allo stesso tempo avuto grandi sfortune, mentre avrebbe portato fortuna se a possederla fosse stata una donna. Infatti, si dice che sia maledetta per gli uomini poiché nella storia tutti i sovrani maschi che la possedettero morirono poco dopo averla ottenuta o persero il regno. 


Babur, il primo sovrano moghul dell’India e discendente di Genghis Khan, cita nel Baburnama, la raccolta delle sue memorie, che una grande pietra, probabilmente proprio il Koh – i – Noor, era appartenuta ad un imperatore afghano senza nome costretto a cederla nel 1294 ad Alauddin Khilji. Sarebbe poi diventata di proprietà delle dinastie Tughlaq (che la strappò alla dinastia Kakatiya) e Lodi, e, infine, posseduto da Babur stesso nel 1526.
Anche Humayun, anch’egli sovrano moghul, menzionò un grande diamante nelle sue memorie e anche egli, che lo possedette, non ebbe grande fortuna. Suo figlio, il grande e illuminato Akbar, non tenne mai con sé il diamante e solo Shah Jahan, suo nipote, colui che ad Agra fece costruire il Taj Mahal per la sua amata sposa, utilizzò questo tesoro mettendolo nel suo bellissimo Trono del Pavone; ma Shah Jahan fu altrettanto sfortunato, visto che suo figlio Aurangzeb lo spodestò e lo fece rinchiudere nel Forte Rosso di Agra, fino alla sua morte. Aurangazeb fece tagliare il diamante da Hortenso Borgia, veneziano, che maldestramente ne ridusse il peso a ben 186 carati.
 La leggenda dice che Aurangzeb posizionò il Koh -i- Noor vicino ad una finestra in modo che Shah Jahan potesse vedere il Taj Mahal solo guardandone il riflesso nella pietra. Più tardi Aurangazeb portò il diamante nella capitale Lahore e lo aggiunse al suo tesoro dove rimase fino all’invasione del sovrano iraniano Nadir Shah nel 1739 che saccheggiò Agra e Delhi e, insieme al famoso Trono del Pavone, portò via anche il Koh -i- Noor.


Dopo l’assassinio di Nadir Shah nel 1747, la preziosa pietra passò nelle mani del suo generale, Ahmad Shah Durrani dell’Afghanistan. Nel 1830, Shujāh Shāh Durrani, il sovrano deposto dell’Afghanistan, riuscì a fuggire con il diamante e arrivò a Lahore dove il Maharajah Ranjit Singh, dell’ Impero Sikh, lo costrinse ad arrendersi. Ranjit Singh fu incoronato sovrano della regione del Punjab.
 Il 29 marzo 1849 gli inglesi conquistarono Lahore e il Punjab venne formalmente proclamato parte dell’Impero britannico in India. Una delle condizioni del Trattato di Lahore, scritto per formalizzare questa occupazione, era la seguente : “Il Koh-i-Noor, che è stato rubato a Shah Shujāhul-Mulk dal Maharajah di Lahore Ranjit Singh, deve essere ceduto da questi alla regina d'Inghilterra.
Il Governatore Generale responsabile della ratifica di questo trattato era Lord Dalhousie, altresì incaricato di acquisire il Koh-i-Noor. Il lavoro di Dalhousie in India mirava principalmente allo stanziamento delle attività indiane per l’utilizzo della Compagnia delle Indie Orientali.
 Dalhousie dispose che il diamante dovesse essere presentato da Dulīp Singh, giovane successore del Maharaja Ranjit Singh, alla regina Vittoria nel 1850. E così egli fece.
 Il 1° febbraio 1850, il gioiello fu sigillato in una piccola cassaforte di ferro, racchiusa in una scatola rossa, entrambe chiuse da un nastro rosso e un sigillo di cera e conservate in una cassaforte presso il Tesoro di Bombay in attesa che una nave a vapore arrivasse dalla Cina e lo portasse, a cura del capitano J. Ramsay, in Inghilterra per essere consegnato alla regina Vittoria.
Il 6 aprile 1850 il Koh-i-Noor, protetto da una cassaforte di ferro a bordo della nave capitanata da Lockyer, partiva da Bombay alla volta dell’Inghilterra in un viaggio che si rivelò difficile a causa del colera e delle burrasche in mare, confermando ancora una volta la sua fama di portatore di disgrazie.


Finalmente la nave arrivò in Gran Bretagna il 29 giugno 1850 e a Spithead, vicino a Portsmouth, il 1° luglio 1850, la grande gemma lasciò la nave. La mattina del 2 luglio 1850, Ramsay e Mackeson in compagnia del signor Onslow, il segretario privato del Presidente del Tribunale di Amministrazione della British East India Company, arrivarono a Londra con il treno dove consegnarono il diamante nelle mani del Presidente e del Vice Presidente della Compagnia. Il 3 luglio del 1850 il Koh-i-Noor venne finalmente consegnato alla regina.


Nel 1851 il pubblico britannico poté ammirarlo in occasione di una grande mostra all’uopo allestita in Hyde Park. Ma si riteneva che quella gemma, avendo un taglio a rosa, non brillasse a sufficienza e così, l’anno successivo, venne nuovamente tagliata. L’incarico di forgiare la “montagna di luce” venne dato a Mozes Coster, uno dei più grandi e famosi commercianti di diamanti olandesi che mandò a Londra uno dei suoi artigiani più esperti , Herr Voorsangerenti. Il 6 luglio 1852, con l’ausilio di un mulino a vapore costruito apposta per il lavoro, iniziò il taglio del diamante, sotto la supervisione personale del consorte della regina Vittoria, il principe Alberto; l’operazione richiese 38 giorni di 12 ore ciascuno. Il diamante venne ridotto da 186 (1/16) carati (37,21 g) agli attuali 105,602 carati ( 21,61 g). Effettivamente il nuovo taglio ovale conferì alla pietra maggiore brillantezza.La pietra venne poi montata su una spilla che Queen Victoria, proclamata imperatrice dell’India nel 1877, indossava spesso. Fu conservato al Castello di Windsor invece che con il resto dei gioielli della corona nella Torre di Londra.



Dopo la morte della regina Vittoria venne incastonato nella nuova corona di diamanti che la regina Alexandra indossò in occasione dell’incoronazione del marito, il re Edoardo VII. Alexandra è stata la prima regina consorte ad utilizzare il diamante nella sua corona, seguita dalla regina Maria Elisabetta, la consorte di re Giorgio VI e madre di Elisabetta.


Il diamante attualmente abbellisce la corona della Regina Elisabetta ed è in mostra presso la Torre di Londra. Ancora oggi si ritiene che porti sfortuna al maschio, ma non alla donna, che lo indossi o lo possieda.
L’India ha rivendicato il Koh-i-Noor ritenendo illegale la sua dipartita nel 1800 e ne ha chiesto la restituzione. Quando la regina Elisabetta II visitò l’ India, durante la celebrazione del 50°anniversario di indipendenza nel 1997, molti indiani in India e in Gran Bretagna chiesero il ritorno del diamante. Il 21 febbraio 2013, durante una visita in India, David Cameron, il primo ministro britannico, dichiarò che sarebbe illogico restituirlo.

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