giovedì 30 giugno 2016

Peter Carl Fabergé: Il gioielliere della Corona Imperiale

Peter Carl Fabergé conosciuto anche come Karl Gustavovič Faberže (San Pietroburgo, 30 maggio 1846 – Losanna, 24 settembre 1920) è stato un gioielliere e orafo russo. Divenne particolarmente noto per le famose Uova Fabergé, prodotti d'alta gioielleria, realizzati con l'uso di metalli e pietre preziose nello stile delle uova di Pasqua.


Nacque a San Pietroburgo, in Russia, da padre tedesco, il gioielliere Gustav Fabergé, e da madre danese, Charlotte Jungstedt.
Fu educato inizialmente a San Pietroburgo ma, nel 1860, Gustav Fabergé assieme alla moglie ed ai figli si ritirò a Dresda lasciando la sua attività nelle mani di esperti e fidati manager. Peter Carl frequentò in questi anni un corso alla Scuola delle Arti e dei Mestieri di Dresda.
Nel 1864, Peter Carl si imbarcò per un Grand Tour in Europa con lo scopo di visitare le principali gioiellerie di Germania, Francia ed Inghilterra.
I suoi viaggi e studi proseguirono sino al 1872, quando, all'età di 26 anni, fece ritorno a San Pietroburgo e sposò Augusta Julia Jacobs.
Per i successivi dieci anni, il padre predispose che il mastro di bottega Hiskias Pendin divenisse il suo mentore e tutore, in quanto proprio in quegli anni, la bottega dei Fabergé si trovava a dover catalogare, riparare e restaurare oggetti provenienti anche dall'Ermitage. Dato l'incremento delle richieste, nel 1881 l'attività venne trasferita in una delle principali strade della città di San Pietroburgo, al 16/18 di Bolshaya Morskaya.

Peter Carl Fabergé
Alla morte di Hiskias Pendin, nel 1882, Carl Fabergé ottenne da solo la responsabilità di condurre l'attività di famiglia. Carl ottenne dal governo il titolo di Maestro Gioielliere, il che gli permise, oltre alla firma, di porre sui suoi oggetti un marchio personale. La sua reputazione era così alta che gli venne evitato anche l'esame da parte dell'istituto preposto. Suo fratello, Agathon, disegnatore di creatività e talento grandiosi, aderì al progetto del fratello, creando una bottega affiliata a Dresda.

Officine Fabergé- 1903
Carl e Agathon parteciparono alla Esibizione panrussa, che si tenne a Mosca, nel 1882. Carl, per l'occasione, ottenne la medaglia d'oro dell'esibizione e la medaglia dell'Ordine di San Stanislao. Uno dei pezzi migliori, esposti per l'occasione dalla famiglia Fabergé, era la replica di un prezioso braccialetto del IV secolo, in oro, proveniente dal tesoro di Scizia e presente nel tesoro dell'Hermitage, bello al punto che lo zar, vedendolo, disse apertamente che non si poteva distinguere la riproduzione dall'originale, tanto era somigliante. Da quel punto in poi, le opere della famiglia Fabergé entrarono a far parte della collezione imperiale e gli artisti vennero ammessi a corte.


L'ecletticità del lavoro dei Fabergé consisteva nel rendere ogni oggetto particolarmente prezioso, attraverso l'aggiunta di disegni e particolari unici al mondo, oltre all'utilizzo di automi e sistemi innovativi per i gioielli stessi.
Nel 1885, lo zar Alessandro III di Russia diede alla Casa Fabergé il titolo di Gioiellieri per nomina speciale della Corona Imperiale.



Lo stesso zar commissionò alla compagnia la realizzazione di un prezioso uovo di Pasqua, in oro e pietre preziose, come regalo per la zarina Marija. Visto il successo del primo regalo, lo zar ne commissionò un altro, per l'anno successivo. Ad ogni modo, nel 1888 Carl Fabergé ottenne la libertà di esecuzione e il nuovo oggetto divenne molto elaborato e prezioso. Secondo la tradizione della famiglia Fabergé, nemmeno lo zar avrebbe saputo il risultato finale: l'unica sicurezza era che, all'interno, doveva trovarsi una sorpresa. Lo zar successivo, Nicola II, ordinò due uova ogni anno, uno per la madre e uno per la moglie, Alexandra, e la tradizione proseguì sino alla Rivoluzione d'ottobre.


Grazie anche a questi oggetti, Fabergé divenne la più grande gioielleria della Russia. Oltre alla sede di San Pietroburgo, altri distaccamenti si trovavano a Mosca, Odessa, Kiev e Londra. Tra il 1882 ed il 1917, si è calcolata una produzione di circa duecentomila oggetti preziosi.


Nel 1900, Peter Carl Fabergé presentò le proprie opere all'Esposizione mondiale di Parigi, ma, siccome egli era anche membro della giuria, la Casa Fabergé si esibì hors concours (fuori concorso). Ad ogni modo, la Casa ottenne la medaglia d'oro dell'esposizione e l'associazione dei gioiellieri parigini riconobbe a Carl Fabergé il titolo di maître. Inoltre, Carl Fabergé venne decorato con la croce di cavaliere della Legion d'onore.

“Uovo di trifoglio” creato da Fabergé nel 1902: realizzato con oro, platino, diamanti e rubini

La rivoluzione russa e la nazionalizzazione

Nel 1916, la Casa Fabergé poteva contare su un capitale di compagnia di tre milioni di rubli.
L'anno successivo, con lo scoppio della Rivoluzione d'ottobre, la direzione della compagnia venne affidata al Comitato degli Impiegati della Compagnia C. Fabergé. Nel 1918, la Casa Fabergé venne nazionalizzata dai bolscevichi e tutti i pezzi, presenti in magazzino, vennero confiscati.
Dopo la nazionalizzazione del lavoro della fabbrica, Carl Fabergé lasciò San Pietroburgo con un treno diplomatico verso Riga. A metà novembre, la rivoluzione aveva già raggiunto la Lituania e, nuovamente, Carl si spostò in Germania. Eugène, il figlio primogenito di Carl, riuscì a fuggire con la madre in Finlandia, ove giunse a piedi, nel dicembre del 1918. Durante il giugno del 1920, Eugène raggiunse Wiesbaden, ricongiungendosi al genitore ed accompagnando il padre in Svizzera, ove prese rifugio, con la famiglia, al Bellevue Hotel, a Pully presso Losanna.


Peter Carl Fabergé non si riprese mai dallo shock della Rivoluzione russa e morì, in Svizzera, il 24 settembre 1920. La sua salma riposa oggi nel Cimetière du Grand Jas, a Cannes, in Francia, assieme alla moglie, morta nel 1925.

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