venerdì 24 giugno 2016

Moser, uno scettro di cristallo

Questa è una storia di artigiani. Cominciata al tempo dell’Impero, alla periferia dell’Impero. Allora si chiamava Karlsbad, Karlovy Vary, quando la Boemia era l’ultima regione settentrionale della grande Austria-Ungheria. Questa storia, è una storia d’oggetti che si fanno con le mani, concepiti, eseguiti nelle due stanze di una bottega. O almeno, così è cominciata, cento cinquantacinque anni fa, l’avventura di Ludwig Moser nel mondo del cristallo.
 


È il 1857, quando nella città delle “Terme di Carlo” questo giovane tedesco di origine ebraica fonda la Ludwig Moser & Söhne, un laboratorio di lucidatura e incisione del vetro prodotto nella regione.
Prima lavorato per semplice necessità, destinato ad oggetti d’uso quotidiano, dal XV secolo il mercato del vetro tedesco entra in competizione diretta con la produzione di cristallo veneziano smaltato e decorato. È allora che la necessità dettata dalle leggi di mercato aguzza l’ingegno degli artigiani boemi: ammirazione, osservazione, duro lavoro permettono di uguagliare, migliorare, infine superare il cristallo prodotto in Laguna.


 




La nuova formula prevede la produzione di un vetro più potassico di quello veneziano, più robusto, capace di resistente ad un’incisione alla ruota. Passano gli anni, si fanno aggiustamenti su formule e materiali di produzione: l’aggiunta di carbonato di calcio come stabilizzante nel composto è un ulteriore passo avanti.
Nel settecento cominciano le esportazioni verso l’America, l’Europa meridionale, la Scandinavia e la Russia, che aumentano costantemente col passare degli anni. Così, con questa eredità sulle spalle, Moser comincia a cesellare i suoi vetri. Il primo successo arriva dalla capitale: all’esposizione internazionale di Vienna del 1873 i suoi cristalli sono premiati per qualità e bellezza d’incisione. Ma non è che un inizio promettente.
..segue

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